venerdì 5 luglio 2013

Favola (Mille e una notte Style) 1*

C'era una volta (altrimenti che favola sarebbe?) un giovane, rab Pauli Mailandberg, che viveva in una grande e bellissima città. Non essendo un grandissimo studioso, decise di dedicarsi all'artigianato, creando insegne per i bazaar del suo paese e decorando scatole per i pasticcieri che venivano anche da altre città.
Un giorno, mentre stava lavorando, entrò nella sua bottega una ragazza di rara bellezza, come esistevano solo nelle favole che gli raccontava sua nonna. I suoi occhi illuminavano più di mille lanterne, il suo sorriso faceva chiudere le ruote dei pavoni che non se ne reputavano all'altezza, con la sua snella figura sembrava fluttuare fra i tavoli da lavoro. Come la vide il giovane svenne. Riaprendo gli occhi pensò che non avrebbe rivisto quella che era sicuro fosse una dea apparsagli in sogno e invece la ragazza era ancora davanti a lui e gli stava richiedendo una delle sue opere. Disse di chiamarsi Seth-el-Mez e che le occorrevano delle scatole per portare dei dolci dai forti sapori speziati in un lontano mercato. Fu così che i due cominciarono a frequentarsi quasi quotidianamente e la vita del giovane era rallegrata dalla presenza della ragazza che nonostante la sua incredulità rimaneva reale.
Le stagioni passarono e venne infine quella che in quel paese è la più calda, quando nelle ore diurne il lavoro si fa lento e faticoso e quelle centrali della giornata, chi può, le trascorre alle terme pubbliche. Ogni giorno, quando Seth-el-Mez gli appariva in costume, Pauli sveniva e puntualmente prìncipi e ricchi mercanti ne approfittavano per avvicinare la fanciulla.
Sul finire del lavoro le giornate sembrarono accorciarsi, il tempo non bastava mai e fu così che una notte i due cenarono insieme, discorrendo amabilmente. A causa dell'ora tarda Pauli propose a Seth di riaccompagnarla a casa, per paura che le potesse succedere qualcosa attraversando certi giardini. Fu proprio in uno di questi che si fermarono a parlare, anche se il giovane aveva il cuore in subbuglio perché alla luce della luna il volto di lei era veramente degno di una dea. Forse si avvicinarono troppo, forse una mano invisibile li spinse l'uno fra le braccia dell'altra, fu così che Pauli seppe per la prima volta che le labbra di una donna possono competere con il miele più pregiato, che il corpo femminile può riservare piaceri che stordiscono i cinque sensi e far perdere la mente come sotto l'influsso di droghe.
Il giorno dopo Pauli si risvegliò nella bottega, le scatole non c'erano più, una borsa di monete d'oro al loro posto. Seth era sparita.
Nonostante che l'accaduto potesse confermagli di aver vissuto un lungo sogno, con quel denaro chiuse la bottega e cominciò a vagare per il mondo alla sua ricerca, chiedendo in ogni mercato se avessero visto una dea, lasciando dietro di sé uomini volgari e privi di sogni che ridevano di lui fino alle lacrime.
Molti anni dopo, in una città immensa, dove la gente parlava un numero incredibile di lingue ma riusciva ugualmente a capirsi e a convivere, trovò un voluminoso libro fitto dei nomi di tutti quelli che erano passati di lì almeno una volta, alcuni sbiaditi dal tempo, certi impronunciabili, altri ancora scritti con alfabeti sconosciuti. Lo sfogliò febbrilmente, la carta sottile crepitava fra le sue mani, scorreva i segni senza una logica finché lo trovò: Seth-el-Mez.
L'aveva trovata. O almeno finalmente aveva una traccia concreta della sua esistenza. Ma questa è un'altra storia, tutta da scrivere…


*Scritto dal 1° al 24 agosto 2012

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