venerdì 19 febbraio 2010

L'invenzione del calendario

Tutti sicuramente sapete del modo di computare i giorni presso i babilonesi, i faraoni, i maya e della riforma gregoriana, ma probabilmente in pochi conoscono l'origine del calendario con le modelle e attrici come di moda da qualche anno. Recenti scavi archeologici a Pompei hanno dimostrato che i primi esempi del genere risalgono al 60 d.C. circa. Ovviamente non erano realizzati con servizi fotografici ma dipinti a mano sulle pareti dai migliori pittori dell'epoca. Ma andiamo per ordine.
Presso la corte imperiale lavorava il noto drammaturgo Caius Titus Brassinus, che allestiva sfarzosi spettacoli teatrali sulla vita di Nerone. Cadde in disgrazia, rischiando anche la vita, per una vicenda non ben chiarita nemmeno dagli storici, secondo i quali, alla fine di un baccanale, cominciò a descrivere un'idea che stava elaborando su dei giochi nel Circo Massimo che avrebbero coinvolto Poppea, consorte dell'imperatore, con una coppia di stalloni neri e un pony. Il fatto di aver bevuto almeno tre anfore di Falerno rosso aromatizzato con cannella e miele durante la cena non gli fu concesso come attenuante.
Suo grande difetto era il ritardo con cui presentava i progetti, per cui scherzosamente gli amici gli chiedevano di organizzarne per le calende greche. Seccato dalle continue prese di giro, decise di convocare Marius
P. Orcellus nella sua villa pompeiana. Questi, già in precedenza, gli aveva affrescato le pareti di 4 stanze e di un vestibolo con scene erotiche in cui le schiave di Brassinus erano coperte da sottili veli trasparenti, tant'è che furono poi chiamate Velinae. Per ovviare alle sue carenze organizzative il drammaturgo fece aggiungere, sotto ognuna di queste, i giorni di un mese con una stretta mensola per appoggiarvi una candela che avrebbe segnato la scadenza di un contratto.
Anni dopo l'eruzione del Vesuvio avrebbe coperto la geniale intuizione di Brassinus.