giovedì 23 gennaio 2014

Principessa*

Beh, che dire, non era veramente una principessa, per lo meno non nel senso burocratico o araldico del termine. I suoi genitori non avevano reami né castelli, non impiegavano giorni di cavallo per attraversare i loro possedimenti e nemmeno dispensavano cariche di Gran Lardelliere di corte o di Dama cuscinofora del pisolino pomeridiano. Però... però... tutti in paese la chiamavano così, la Principessa.
Certo, fin da bambina quando passava lei sembrava lasciare come una scia d'oro nell'aria, un delicato profumo di fiori di primavera, quelli di campo, con l'idea di colori forti e luminosi che li accompagnano quando qualcuno ne parla e ce li dobbiamo immaginare.
Inutile dire che la madre negava infastidita e con una punta di gelosia per tutto quell'interesse intorno a sua figlia. Venne fatto anche un semplicissimo esperimento davanti a tutta la cittadinanza: Principessa, ormai anche noi siamo abituati a chiamarla così e non ne ricordiamo più il nome vero, fu fatta spogliare completamente e lavare nel fiume appena fuori dal villaggio, senza sapone né altro. Fu un avvenimento storico, in un paese dove l'attività più eccitante era scommettere sulla durata dei sonnellini dei gatti. Ci fu anche chi cercò di guadagnarci vendendo biscotti fatti in casa, beveroni di succo di prugna, cocomero e peperoncino, altri con boccette di essenze con il "vero", a sentir loro, profumo di Principessa. Fu così che la bimba, indispettita alquanto, fece il bagno richiesto davanti a una variopinta platea vociante che le teneva incollati addosso gli occhi per cercare di sorprenderla nell'utilizzo di qualche trucco o magia. Uscita dall'acqua l'atmosfera si fece decisamente più tesa. Anche il bosco sembrò trattenere il respiro mentre i nasi dei quattro giudici si avvicinavano anche troppo per effettuare il controllo. Principessa ferma, immobile, ancora gocciolante, broncio d'ordinanza sulle labbra. La folla ora più vicina, quasi a voler partecipare all'esame. Le espressioni dei giudici in lento ma inesorabile cambiamento, dal severo e accusatorio iniziale, via via al perplesso, dubbioso, incerto, incredulo, rassegnato. Infine il verdetto, semplice, anzi lapidario a sottolineare il portamento della bimba: Non olet.
La folla, con un attimo di ritardo, cominciò a rumoreggiare. Chi applaudiva, per altro senza sapere il motivo, chi gridava allo scandalo, chi malediceva i giudici e le loro discendenze per l'uso di parole sconosciute o quantomeno ambigue. Intanto i giudici stessi avevano cominciato una disputa accesa sul risultato e le cause. Il dottor Erminio Sparigliacriceti, emerito veterinario e violinista della parrocchia, già confutava la scelta del giorno essendosi svolto durante il solstizio e non per l'equinozio che gli pareva a nome più adatto alla sua professione. L'avvocato Evino Tarallucci continuava a sproloquiare quasi fra sé e sé di quodutinam, etiam, quodnullum, licet, ab ovo, ab gallum e quiquoqua. Il farmacista, Aristarco Mezzadose, nonché venditore di spezie, aromi, profumi e quant'altro, quasi posseduto da uno spirito di commerciante fenicio, tesseva presso le donne tutte, le doti dei suoi prodotti, magnificandone le proprietà curative, lenitive, sensuali e financo matematiche imbastendo la risoluzione di un problema algebrico basata sul travaso degli olii da una boccetta all'altra.
Buon ultimo il maestro unico di tutte le scuole di ogni ordine e grado, Gedeone Abbicì, esaltava il comunque fondamentale e inequivocabile apporto della sua persona e della sua esperienza nella questione, nella fattispecie della verifica di cui ovviamente all'imperscrutabile giudizio che quindi come per certo era evidente quantunque già dai presupposti mediante i quali ad un approfondimento superficiale alla base del quale per osmosi dei paralipomeni o della parallasse del tegumento...
D'un tratto, senza rendersi bene conto del motivo, ma indistintamente, tutti fecero silenzio e cominciarono a muovere leggermente le narici e ad annusare... Principessa, sempre più imbronciata, ora anche per il fatto di essere stata abbandonata lì senza più la minima considerazione, si era mossa e col suo naturale passo di danza aveva preso la strada di casa, ovviamente seguita dalla leggera brezza dorata e profumata che li aveva fatti convenire tutti lì.


*27 luglio 2006