mercoledì 28 febbraio 2007

York l'inafferrabile*

Capitolo primo
Era una notte buia e tempestosa. York era lì, freddo come una roccia, duro e sprezzante come un tonno, non un gesto, non una parola. Forse perché era morto, ma anche da vivo si era sempre comportato così. Era fuggito di casa a 47 anni, ed era venuto qui, nel Bronx, dove neanche Pertini osa mettere piede. Da piccolo ebbe un’infanzia difficile, a 29 anni ricevette uno schiaffo da sua madre per un’aranciata e da allora non lo fece più. Neanche John lo aveva fatto più!, ma lui era negro**! Mentre il cinese, con la sua faccia un po’ così di chi ha visto Varese, mormorò: “Non passa giorgio che non succeda qualcosa di brutto quaggiù!”. E si riferiva a Forlì, d’estate, quann’e cchiove… E sì, la vita è strana, ma anche gli struzzi di mare lo fanno qualche volta!

Capitolo secondo
Brutta razza di animali gli struzzi, non ti puoi mai fidare di loro. Purtroppo per Mary, lei non lo sapeva, e la pagò cara! Già a sua nonna era successa la stessa cosa, con la differenza che lei era della Virginia. York intanto era sempre là, continuava a non muoversi, forse faceva finta, forse no, ma non si sa mai, i cammellini di mare non perdonano! Intanto l’orologeria era chiusa, e John non poteva più comprare il latte!

Capitolo terzo

Come può uno come York, il giovedì mattina, andare in Scandinavia in bicicletta! Infatti non lo fece, si fermò a Vimercate. Intanto Mary era sempre là ad aspettare Bartali, e non gli passava più; il sole stava tramontando, e le zebre erano sempre più a pois. Fu allora che John, raccogliendo tutte le forze che gli erano rimaste, disse: “Basta con tutti questi helzapoppi, da domani me ne vado a Riccione!”.

* Da York l’inafferrabile a York il decappottabile: Banne (TS), dic. ’83 - ott. ’84
** Ma ve lo devo spiegare un'altra volta?

martedì 27 febbraio 2007

(York Stories 2)*

Era un mattino di sole, l’aria era limpida e tersa e gli uccelli volavano alti nel cielo, le nuvole si rincorrevano veloci, i fulmini illuminavano la prateria a giorno. All’angolo della 5a strada John stava aspettando da più di un’ora. Forse sarebbe dovuto rimanere lì tutta la sera, ma non si preoccupava, era un negro!** Il cinese arrivò alle 5. Era molto stanco, non aveva camminato più così tanto dalla grande apodosi del ’51. Forse ciò che stava facendo era inutile, ma ormai doveva arrivare in fondo. Entrò nel contrabbando dei criceti tirolesi a 37 anni, dopo una triste epserienza in un’agenzia di viaggi. Non pensava certo di soffrire così, dover vivere in un mondo che non era il suo, figlio di una gelataia e di un geometra del catasto che non aveva mai conosciuto. Era troppo anche per un australiano, e così scappò di casa a 3 anni con una zia. Poi, sedici anni in Norvegia, otto in Argentina, nove in Egitto e ora qui, a Foggia, unico abitante di Chinatown, in via Antonio La Trippa.
Il suo autista si era fermato all’angolo fra la 6a e la 37a, nel 12o livello, pagina 15. La macchina blù era posteggiata lungo il marciapiede di fronte, il pinguino 7 metri più avanti, come stabilito. Cominciò a sudare, sapeva che non poteva sbagliare, la vita di molte tartarughe dipendeva da lui. Aprì la portiera, scattò in avanti. Poi uno sparo, la gente che accorreva a grappoli, il pinguino riverso sul marciapiede in una pozza di sangue, il negro era ormai scomparso. Quelli che erano accorsi cominciarono a gridare: “Prendetelo, è stato lui, l’ho visto io!”, “Eccolo, l’ho comprato io!”, “Dalli!”, “Ugooo!”. Una madre tirò un ceffone al figlio. Gli uccelli smisero di volare. Le nuvole si fermarono. Tutt’intorno fu il buio. Il silenzio. La fine.

* Senza titolo, scritto su un foglio datato 22.12.82. Anche qui York sembra non apparire…
** Vale la spiegazione del primo racconto, all'epoca si diceva ancora così.

lunedì 26 febbraio 2007

(York Stories)*

Era una notte buia e tempestosa, l’orologio della televisione batteva dodici rintocchi. In un vicolo assolato ma fresco si udirono dei passi striscianti venire avanti minacciosamente. UAIEIOAEEEEEHH! SPLAT! URGH! HI, HI! Lo Spiaccicatore solitario aveva colpito per la 16a volta! In capo a poche ore arrivò il tenente O’ Flaccighan che con grande intuizione fece arrestare il maggiordomo. Il movente era chiaro. Infatti laggiù nel Montana fra fiori e farfalle c’è sempre qualcuno che legge alle spalle. Era successo anche a John Smith, ma lui era un negro**. I due si incontrarono a mezzogiorno col cuoco, ma Rod non sapeva scrivere e il cinese lo sapeva. All’una era tutto finito, anche il pane, e fu così che Burt dovette tornare a casa a piedi. Quello era un giorno come tanti altri, ma pieno di quegli avvenimenti che illuminano le stanze, e voi potrete dire c’ero anch’io, anche se vi sarete distratti sul più bello. A casa sua tutti stavano aspettando Natale per farsi i regali. Erano ormai le 23.45, e l’attesa era tremenda. Sarebbe dovuto arrivare da tre ore, ma ancora non si vedeva. Tutti si misero gli occhiali, ma non lo videro lo stesso. Fu così che decisero di aspettare Pasquale. Lo avrebbero atteso laggiù nell’Arizona, dove se una chitarra suona tutti stanno a sentire. Anche Jo. Ma a lui non piacevano i sassofoni, preferiva le carte, e allora andava a sentir suonare quelle. Lo chiamavano Jo il Mastino. Quel giorno era cominciato male per lui. Avrebbe dovuto incontrare un re, anzi due, visto che erano gemelli siamesi. Come tutti i siamesi avevano gli occhi azzurri e il pelo fulvo, erano molto irrascibili ma non si staccavano mai ognuno dalla propria madre. Anche per questo non si erano mai visti, pur vivendo nella stessa città e avndo la stessa marca di televisione a colori con telecomando. Neanche lui sarebbe riuscito a vederli, perché morirono a distanza di 16 anni l’uno dall’altro, uno a 95 anni, l’altro a 79. Avevano vissuto nello stesso palazzo di un bambino piccino piccino, ma così piccino che nessuno si era accorto che era nato. Un giorno il bambino piccino piccino fu schiacciato da un 43 pianta larga in camoscio verde interno cuoio quadrivani doppi servizi con riscaldamento centrale garage e ascensore, targato Olbia, ma nessuno si accorse di nulla. Fu così che il bambino piccino piccino visse e morì senza che nessuno si accorgesse di niente.

* Senza titolo e senza data (forse fine 1982), è probabilmente il primo racconto di York, dove York stesso non appare!
**All'epoca si diceva così, non era politicamente scorretto…