mercoledì 11 aprile 2007

Mille e una notte*

Narra un'antica leggenda che ci fu un tempo, in una lontana terra d'oriente, dove il mare e il cielo si confondono nell'alba, una principessa di nome ***, che la mattina rifiutava di alzarsi. Invano i dignitari di corte, i servi e i ministri tutti, si prodigavano, ognuno con la sua arte, per cercare di convincerla. I dignitari tessendo le lodi della sua persona, magnificandone le doti o stuzzicandone la curiosità con aneddoti riguardanti la vita di corte. I servi cercando di stemperarne il risveglio avevano introdotto di volta in volta nella sua stanza i più incredibili giochi di luce, uccelli rarissimi dai richiami esotici e ancestrali, giovani esperte nell'uso di sofisticati strumenti a corda e dalle voci di miele. Dal canto loro i ministri cercavano di sollecitare in lei lo spirito che aveva contraddistinto i suoi avi nel tenere il regno per lunghi secoli di pace con alto senso di responsabilità e giustizia.
Il popolo cominciò ad intristirsi, il ritmo della vita nel regno sembrava rallentato, quasi preda di un incantesimo.
Un giorno giunse nella capitale un uomo da terre lontane e incuriosito dalla strana atmosfera che regnava in città, chiese spiegazioni al taverniere dove si era fermato. Ascoltato con attenzione il racconto, s'informò quindi su come farsi introdurre al cospetto della principessa sostenendo di avere un rimedio per il problema che l'angustiava. L'oste, fra quelli ormai rassegnati alla situazione, non rise nemmeno alla richiesta dell'uomo. Altri invece cominciarono a farsi beffe di lui e qualcuno addirittura prese ad insultarlo sentendosi oltraggiato nel nome dell'amata principessa. Richiamato dal clamore crescente, entrò nel locale un drappello di guardie reali che, venuto a conoscenza del motivo della discussione, prese in custodia l'uomo e lo consegnò al primo ministro.
Quest'ultimo, sentito il racconto delle guardie, decise di ascoltare quanto aveva da dire lo straniero. Questi tirò fuori dalla sua sacca un meraviglioso petalo di una pianta sconosciuta, che emanava una luce mai vista che pareva trasformarsi in una melodia direttamente nei cuori dei presenti. Di forma delicata, appariva grande come una vela mentre un attimo dopo era contenuta nel palmo della mano dell'uomo. Affascinato dal prodigio, il primo ministro decise di far portare il petalo nella stanza della principessa, che, essendo notte fonda, dormiva profondamente nei suoi appartamenti.
All'alba il palazzo reale e la città intera furono svegliati dal canto della principessa che come rigenerata da nuove energie, passava di stanza in stanza svegliando i sudditi e seminando ordini e consigli subito eseguiti con gioia e alacrità da tutti quelli a cui erano diretti.
Da quel giorno il regno prosperò come non mai nei secoli precedenti e ancora oggi la principessa viene portata ad esempio di saggezza e onestà.
Lo straniero fu cercato la mattina stessa in ogni contrada ma di lui si erano completamente perse le tracce. Nessuno lo aveva visto uscire dalla città e alcuni mettevano in dubbio anche che fosse mai esistito.
Così finisce il racconto di ciò che sappiamo di ***.

* 2 Agosto 2006, dalle 01.57 alle 02.36. Troppo pignolo eh...?

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