...e se lui fosse dietro la finestra ma non avesse il coraggio di bussare? forse pensa che lei non lo voglia più, ha aspettato tanto un segno che non è mai arrivato e adesso può solo guardarla di nascosto, soffrire per quei gesti che nessun poeta fermerebbe sulla carta e che a lui sembrano così belli compiuti da lei. gli occhi sul ricamo o sul pavimento ma che guardano altri momenti, gioie passate, tenerezze perdute. lui vorrebbe strapparle tutto di mano e stringerla e rapirla e portarla nel suo mondo e... ma il calore del cibo che cuoce appanna il vetro e lei diventa un'ombra e poi scompare. solo qualche rumore leggero della sua danza quotidiana di attesa. la fantasia non può che prendere il sopravvento e il legno ruvido della finestra diventa la pelle dell'amata, da percorrere il più lentamente possibile, viaggio senza fatica, ubriacato dalla percezione del suo piacere.
ma fuori fa freddo, e lentamente lui scivola nel suo sogno di morte, così vicino e così distante da lei. non si accorge che la notte se lo sta portando via, certo di essere dentro di lei, al sicuro. perché lei non lo sente? com'è possibile che il suo amore non percepisca la vita che lo abbandona...?
*il racconto nacque da una domanda della Joice durante uno dei nostri incontri notturni
sul forum www.larepubblicadeilettori.it:
"A chi pensa?", riferito al quadro a lato.
questa è la prima parte, cui ne è seguita solo una seconda.
almeno per ora.
domenica 22 aprile 2007
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2 commenti:
ma "lui"...nel senso di Cristo? o di una persona fisica?
nonò, niente di trascendentale, solo un'inevitabile storia di amore e sofferenza
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