giovedì 1 marzo 2007

Il ritorno di York

Capitolo primo
Come tutte le altre mattine, York aveva dei seri problemi di forfora. Zio Fred lo aveva avvertito fin dal primo momento: non ti fidare delle vacche magre! E aveva ragione! Anni addietro infatti, a un altro formichiere dello spazio era successa una cosa tremenda: il cinese era lì, immobile nella sua bellezza, scrutando lontano all’orizzonte. A pochi metri le celesti praterie del cielo lo separavano da un sogno ambiguo, quasi come un film. Ad ovest niente di nuovo, si sa, ma anche i muri hanno orecchie. Tutto successe in un attimo, il tempo di una prosciutto e funghi.

Capitolo secondo
Il sole non sarebbe più stato quello di una volta, e John lo sapeva, era colpa sua e di Mary. Mary, ah Mary! Con quelle sue ascelle ben slanciate verso l’infinito... Ora solo lui poteva sapere che i netturbini di Ostia sono biondi, ma preferì tacere, pensando che il mondo non fosse pronto? Chi parla? No, è uscito. Sì, è tanto che è fuori, e non tornerà più senza il tuo aiuto. Tutto è stato inutile, a cominciare dal mandolino, che in questi casi è di sicuro effetto. Neanche un cervo lo avrebbe più risvegliato: del resto, se i carmelitani non fossero scalzi, chi lavorerebbe nei mobilifici di Cantù?

Capitolo terzo
Erano ormai 54 anni che York non vedeva sua figlia, l’aveva lasciata che entrava nel liceo, poi i fatti contingenti non li avevano più riuniti. Il filippino sapeva dunque dei cammellini di mare? O era solo una mossa astuta della Cia, il farlo credere? John non stava più nella pelle, ormai era primavera e tutti i serpenti la cambiano. Il Whisky era là, sulla tavola, in mezzo alla stanza, nessuno che avesse il coraggio di avvicinarlo. Certo rischiare un morso di certe bestie non fa piacere a nessuno, ma il tempo stringeva, e faceva un male della madonna. La dolce Mary fece come per dire qualcosa, ma tacque, muta anch’essa nel silenzioso sferragliare della metropolitana. Chi avrebbe colto i funghi quella sera? Ancora una volta la latteria aveva chiuso in anticipo e York sarebbe dovuto tornare a Forlì a piedi: ma, poteva un uomo nel suo stato giocare a scopa col morto? Sì, certo, l’unica speranza per il mondo era il suo cappello, ma questo cosa voleva dire, in fondo anche lui era solo una tinca e non gli si potevano addossare certe colpe. Intanto gli uccelli migravano ad ovest e i lama rumoreggiavano. È dunque questo il significato della vita? Siamo solo noi coscienti di ciò? Solo York poteva dirlo, ma tacque.

Nessun commento: