lunedì 26 marzo 2007

York l'irrestringibile*

Laggiù nel Burundi fra palme e mattoni c’è sempre qualcuno che ascolta Baglioni. York non lo aveva mai sopportato, da buon pechinese preferiva gli ossi di seppia e fu per questo che decise di indagare a fondo. Messosi le pinne e sistemato il boccaglio si immerse in un sonno profondo otto metri, perché già a dieci l’impermeabilizzazione dell’orologio non avrebbe retto. Le sardine lo guardavano dalla padella come si guarda chi ha visto Savona con quella faccia un po’ così. Si svegliò che non aveva più sonno, e le Alpi erano alte nel cielo rosa del tramonto quando bel tempo si spera di no, che non piova, sennò non si può andare in campagna a coglier le olive. Speriamo, alla TV han detto che faceva bello, temperature in aumento, mari calmi o localmente Rossi, ci vediamo domattina alle settemmezza, poi si decide.
Era fin troppo chiaro che avevano cercato di fregarlo, ma lui non si sarebbe lasciato imbrogliare così impunemente, senza neanche dire “Hoplà!”. Lo disse infatti, ma non ottenne il successo sperato, e ciò determinò in lui una specie di sesto senso, un senso di polpa, come capita alle arance o ai limoni quando maturano. Non era chiaro il movente, ma era sicuro che se fosse riuscito a ricordarsi quel particolare che ora gli sfuggiva il caso sarebbe stato risotto. Magari ai funghi, che gli piacevano tanto, con molto formaggio, grazie. Ci sono! La tartaruga! Non era stata sempre lì. No, qualcuno l’aveva spostata apposta. Si alzò di tavola e corse fuori. Il locale esplose appena fu giunto nella strada.
Due giorni più tardi, ripresosi dallo choc che gli aveva paralizzato le efelidi e gli apolidi ricominciò le indagini su un contadino al di sopra di ogni soggetto, cosicché il costrutto risultava imperfetto, anche perché l’agricolo era trapassato, remoto parente della sarta di suo zio. Il maggiordomo era già in carcere, e quindi insospettabile, non restava altro che arrestare l’idraulico, peraltro all’ospedale a causa di una rovinosa caduta dei capelli. Anche se non era stato lui il braccio dell’operazione, aveva motivi a sufficienza per porsi a capo di un’organizzazione come quella che aveva operato il paziente. Dopo quindici ore di camera di consiglio indisse una conferenza stampa in cui confessò che effettivamente il suo golf non era nuovo ma lavato con Perlana. Il Vernellone perse così sedici punti in Wall Street e nove a Milano, con due goals di Platini. York intanto cominciò a sospettare che se una rondine non fa primavera, tantomeno può farla un geometra di Castglionfibocchi e quindi occorreva una decisione rapida e incolore. Pensò intensamente, con il corpo e con la mente, come se fosse lì… e infatti il colpevole era là e forse stava tramando contro di lui. Lo sorprese che ancora teneva il frullatore in mano, la maionese sparsa dappertutto, lo sguardo fisso nel vuoto. Non oppose resistenza, si fece portare là dove osano le aquile senza dire una parola, sapeva di aver perso!
La sera, davanti a un piatto fumante di broccoletti au fois gras, York ripensò in rapida successione agli ultimi avvenimenti dell’anno, ma non riuscì a trovare un nesso fra loro e il cammelliere abruzzese.

* Firenze, gen./feb. ’85

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