La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. Bisogna dire come io vedo questa tavola, la via, le persone, il mio pacchetto di tabacco, poiché è questo che è cambiato. Occorre determinare esattamente l'estensione e la natura di questo cambiamento.
Per esempio ecco un astuccio di cartone che contiene la mia bottiglia d'inchiostro. Bisognerebbe provare a dire come la vedevo prima e come adesso la…
Ebbene! È un parallelepipedo rettangolo che si distacca su - È idiota. Non c'è nulla da dirne. Ecco quel che si deve evitare, non bisogna mettere dello strano dove non c'è nulla. Credo sia questo il pericolo, quando si tiene un diario: si esagera tutto, si sta in agguato, si forza continuamente la verità. D'altra parte son certo che da un momento all'altro - sia a proposito di questo astuccio che di qualsiasi altro oggetto - io posso ritrovare l'impressione dell'altro ieri. Devo star sempre all'erta altrimenti essa mi scivolerà ancora di tra le dita. Non bisogna… ma notare accuratamente e con i maggiori particolari tutto ciò che succede. (J.P.Sartre, La nausea)
vale anche per le persone? perché una scatola resta una scatola, cambia la percezione, non l'oggetto in sé. mentre nel rapporto con una persona cambia lei stessa oltre a come la recepiamo noi. panta rei, non si fugge... e sono proprio le sfumature il pericolo, l'oggettività è bianco o nero, non grigio.
sabato 10 marzo 2007
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