lunedì 15 luglio 2013

Favola (Mille e una notte Style) 11

Mentre Pauli, prigioniero, sognava impossibili amplessi, Seth si era recata nella sala della biblioteca per cercare le mappe del palazzo e studiare gli accessi alla torre sud. L'austero ambiente, interamente foderato di libri che riempivano anche tavoli, sedie e ogni angolo del pavimento impilati in fantasiose colonne, era gestito da un anziano saggio, che veniva chiamato dal Visir in occasione di decisioni importanti in qualità di consigliere.
La ragazza non perse tempo a cercare improbabili scuse e dopo i saluti di rito, chiese direttamente ciò che le interessava. In pochi minuti il bibliotecario le dispiegò davanti una grande pergamena con un'intricata serie di segni che altro non erano che la dettagliata e quasi fedele riproduzione del palazzo nel suo complesso. Poco discosto posò anche un piccolo volume chiuso con un lucchetto. Spiegò quindi brevemente a Seth che alla torre si arrivava per un unico stretto corridoio, che era composta di sette piani adibiti a diverse funzioni e che nei sotterranei c'era l'antica sala delle torture. Dopo di che volse uno sguardo indagatore alla giovane e vedendola decisamente più turbata e pallida di quando era arrivata continuò «Però per ragioni di sicurezza fu costruito un accesso segreto ai sotterranei, ormai dimenticato, la cui ubicazione è descritta in quel libro (indicò il volume che aveva portato con la mappa), insieme agli altri segreti che si celano nei muri del palazzo. L'ho scoperto nei primi  tempi in cui facevo da apprendista al mio predecessore e ho sempre sospettato che lui lo sapesse e che anzi il ritrovamento facesse parte di quanto dovevo imparare. Quindi, se qualcuno per ragioni che non sono interessato a sapere, volesse entrare nella sala delle torture senza essere visto, basterebbe che leggesse su quelle pagine come fare. Del resto, se analizzate meglio il disegno, vi accorgerete che in alcuni punti i muri sono stranamente molto più spessi del necessario, è lì che si celano i suoi segreti…».
Seth parve rianimarsi di colpo, gli occhi le si illuminarono come sempre, pieni di speranza e sapendo di essere benvoluta dall'uomo, gli raccontò brevemente i suoi sospetti e dichiarò di voler liberare il giovane quanto prima, sicura ormai che fosse tenuto nascosto là sotto. Fu quindi aperto il libro e il bibliotecario cercò i passi in cui veniva descritta la torre e tutto ciò che la concerneva. Il testo ero fitto e in lingua antica e Seth non riusciva a comprendere il significato di tutte le parole. Piccoli disegni al margine dettagliavano alcuni particolari. In una piccola grotta artificiale costruita nei giardini per creare una zona fresca e appartata, c'era un'apertura dissimulata fra i decori dello sfondo, tramite la quale si accedeva a una stretta scalinata che faceva scendere immediatamente ai livelli inferiori. Un lungo corridoio si concludeva davanti a una prima porta, il cui sistema di apertura consisteva nel premere una sequenza di piccole sculture in una nicchia della parete. In questo modo si poteva usare l'accesso all'occorrenza senza la necessità di portarsi dietro le chiavi delle varie porte. Il primo vano era abbastanza grande ma non se ne conosceva la funzione perché la scritta era parzialmente cancellata e si leggeva solo la parte finale "-sario". Da qui un breve tunnel portava in un magazzino e da questo si accedeva alla vasta sala delle torture da una specie di anticamera aperta.
Memorizzato mentalmente il percorso e le sequenze di apertura, Seth ringraziò il bibliotecario, rifiutò il suo aiuto e anzi lo pregò di non dire a nessuno, nemmeno al Visir di quel colloquio, quindi uscì per andare a procurarsi una torcia.

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