sabato 6 luglio 2013

Favola (Mille e una notte Style) 2

Dunque Seth era in quella città, o comunque era stata lì in un recente passato, la scritta sul libro non sembrava molto vecchia.
Il cuore di Pauli ebbe un sobbalzo, tanto che dovette appoggiare una mano al leggio. Ritornò con gli occhi sulle righe di testo, ma non riusciva più a leggere bene, la vista era annebbiata, gli occhi gonfi e lucidi.
«Ciambellano! Gran Visir! Sceiccooooo…»
Dopo aver mormorato queste parole svenne. Alcuni studiosi si girarono sentendo il corpo cadere a terra, alcuni infastiditi, altri incuriositi. Un paio si avvicinarono e non riuscendo a far rinvenire il giovane decisero di trasportarlo fuori a braccia fino a un giardino poco distante, sotto il fresco degli alberi e di una fontana.
Ripresosi nominò nuovamente le varie autorità, doveva chiedere, doveva sapere, era necessario che parlasse con loro… ma perse nuovamente i sensi.
Si risvegliò che ormai era sera in casa di uno dei due studiosi, che si stava affaccendando intorno a un pentolone di zuppa.
Sul momento rimase deluso, credeva di essere con lei, poi si rese conto che era stato l'ennesimo sogno, per quanto vivido. Nella sua immaginazione fra loro c'era intimità, lui le stava accarezzando la schiena nuda, unendo baci furtivi e rapidi colpi di lingua al movimento delle mani e lei emetteva bassi mugolii.
Si ritrovò una scodella di legno fra le mani, un buon profumo di ceci, rosmarino, salvia e altri aromi lo fece ritornare alla realtà.
I due parlarono per gran parte della notte, l'anziano spiegando le sue ricerche e Pauli narrando la sua storia. Il giovane vedeva l'altro interessarsi molto quando scendeva in particolari sulla fisionomia della ragazza e infatti al termine del racconto gli disse di essere quasi certo che una donna con quelle fattezze, bella come il cielo azzurro, luminosa come tutte le stelle e dolce come il miele più pregiato di averla vista qualche volta a corte, dove poteva recarsi per consultare l'antica biblioteca del visir. Il giovane lo afferrò per le braccia, lo scosse, pianse, rise e… svenne nuovamente.

Nessun commento: