martedì 3 marzo 2009

…con una lunga veste blu, su un nero destriero, al trotto veloce in un bosco… 1

Per una volta sono riuscito ad arrivare in fondo, scrivendo un pezzetto ogni notte per poco più di due mesi, dal 23 dicembre 2008 al 2 marzo 2009 (saranno quindi 65 puntate quotidiane), saltando solo l'ultimo dell'anno. Doveva essere un raccontino, poi la tastiera mi ha preso la mano ed è diventato un romanzo breve. Il ritmo e i toni cambiano a seconda delle vicende e sicuramente dell'umore, ma mi sembra più giusto pubblicarlo così come è stato inviato quotidianamente alla musa che l'ha ispirato, in alcuni casi troverete dei link a Youtube, con dei brani che vorrebbero fungere da colonna sonora. Il testo è ovviamente influenzato dalle mie variegate letture, una su tutte Il Bestiario d'amore di Richard De Fournival, al quale mi sono ispirato per le metafore dei convegni amorosi.
Dedicato a Viola.

Da quanto tempo cavalcava nel bosco? Perché vi era entrata? Il sentiero in certi punti era appena percettibile, in altri si allargava in radure dalle mille uscite, ma il cavallo continuava sicuro senza rallentare. La veste blu, almeno quella, la ricordava bene, era il suo portafortuna. Quando aveva 15 anni una donna anziana si era presentata ai suoi genitori e aveva lasciato in dono quel meraviglioso velluto che incredibilmente era dello stesso colore dei suoi occhi. Nel farlo li aveva raccomandati di custodirlo in una dimenticata cassapanca nella parte est del castello, e di coprirla con petali di rosa, chiodi di garofano, cannella e una polvere di cui non fece il nome e di cui aveva lasciato un sacchetto. Prima di dare spiegazioni era scomparsa e i genitori di Violet, non vedendo pericoli in quello che aveva detto la vecchia, avevano eseguito quanto suggerito.
Violet ne venne a conoscenza solo dopo qualche tempo. Quel giorno infatti si aggirava nei suoi appartamenti della torre sud facendo spostare pesantissimi mobili, casse ricolme di antichi volumi e suppellettili varie dalla servitù. Le cameriere impazzivano sistemando ora qua ora là decine di vestiti e calzature che la giovane, in uno stato febbrile assai lontano dalla sua naturale romantica tranquillità, non riusciva a decidere dove fosse meglio riporli. Distrutti dalla fatica, quattro giovani servi, lasciarono infine un''antica specchiera di tre metri di altezza in una posizione, rispetto al letto, che fece fuggire a tal vista l'anziano precettore della giovane che corse via segnandosi ripetutamente, sgranando rosari in un sommesso borbottio di riprovazione.
Nessuno, quando si svolsero i fatti, poteva supporre che lo stato di euforia di Violet e la presenza della vecchia al castello fossero in relazione. In realtà, l'anziana donna altri non era che una strega, assoldata dalla figlia di un ricco signore gelosissima della giovane. In tutta la contea, fin dalla sua nascita, i bardi facevano a gara a tessere le lodi dei suoi occhi, non c'era locanda dove non si sentissero strofe del tipo:
«…paion di ghiaccio, ma sciolgon i cuori,
se troppo la guardi saranno dolori.
Le notti insonni di poi passerai,
infin'al giorno che la rivedrai…»

Nessun commento: