Dedicato a Viola.
Da quanto tempo cavalcava nel bosco? Perché vi era entrata? Il sentiero in certi punti era appena percettibile, in altri si allargava in radure dalle mille uscite, ma il cavallo continuava sicuro senza rallentare. La veste blu, almeno quella, la ricordava bene, era il suo portafortuna. Quando aveva 15 anni una donna anziana si era presentata ai suoi genitori e aveva lasciato in dono quel meraviglioso velluto che incredibilmente era dello stesso colore dei suoi occhi. Nel farlo li aveva raccomandati di custodirlo in una dimenticata cassapanca nella parte est del castello, e di coprirla con petali di rosa, chiodi di garofano, cannella e una polvere di cui non fece il nome e di cui aveva lasciato un sacchetto. Prima di dare spiegazioni era scomparsa e i genitori di Violet, non vedendo pericoli in quello che aveva detto la vecchia, avevano eseguito quanto suggerito.
Violet ne venne a conoscenza solo dopo qualche tempo. Quel giorno infatti si aggirava nei suoi appartamenti della torre sud facendo spostare pesantissimi mobili, casse ricolme di antichi volumi e suppellettili varie dalla servitù. Le cameriere impazzivano sistemando ora qua ora là decine di vestiti e calzature che la giovane, in uno stato febbrile assai lontano dalla sua naturale romantica tranquillità, non riusciva a decidere dove fosse meglio riporli. Distrutti dalla fatica, quattro giovani servi, lasciarono infine un''antica specchiera di tre metri di altezza in una posizione, rispetto al letto, che fece fuggire a tal vista l'anziano precettore della giovane che corse via segnandosi ripetutamente, sgranando rosari in un sommesso borbottio di riprovazione.
Nessuno, quando si svolsero i fatti, poteva supporre che lo stato di euforia di Violet e la presenza della vecchia al castello fossero in relazione. In realtà, l'anziana donna altri non era che una strega, assoldata dalla figlia di un ricco signore gelosissima della giovane. In tutta la contea, fin dalla sua nascita, i bardi facevano a gara a tessere le lodi dei suoi occhi, non c'era locanda dove non si sentissero strofe del tipo:
«…paion di ghiaccio, ma sciolgon i cuori,
se troppo la guardi saranno dolori.
Le notti insonni di poi passerai,
infin'al giorno che la rivedrai…»
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