«io… io…».
«Chi…? - fece Violet - Ah, sei tu… Cosa c'entrano gli yo-yo? Che poi non so nemmeno che cosa siano…».
«…ehmmm… no… dicevo… io credo che… ecco… sì… era un'antica usanza della contea di mio pa… cioè, dove vivevano i miei genitori…».
«I tuoi genitori? Ah beh, sì, certo, anche tu… E che contea sarebbe?».
«Thun …cioè… è inutile che Vi dica il nome, non la conoscete sicuramente…».
«E comunque dicevi che era un'antica usanza? In che senso? Possibile che non ne sappia nulla con tutte le ore di araldica comparata, usanze e costumanze e diavolerie simili con cui mi ha appassito i boccoli aio Kemal?».
«Beh, ecco, vedi… ehmmmm… scusate altezza… vedete, a primavera si è soliti dare inizio alla stagione di caccia e i giovani cavalieri si sfidano nei boschi per giornate intere. Per salvaguardare la selvaggina però vengono risparmiati i cuccioli e per fare questo, prima di cominciare una battuta i cavalieri adottano una specie e si tingono le mani con il colore degli animali prescelti e s'impegnano a difenderne le cucciolate…».
Nel dire queste ultime parole, Thönet trovò il coraggio di alzare appena gli occhi, incrociando così la luce di quelli di Violet, già a cavallo, rimasta con le labbra leggermente dischiuse e lo sguardo misto della consueta sensualità e di una meno abituale incredulità. Un mare nelle cui profondità il giovane si sarebbe gettato volontariamente senza chiedere niente in cambio.
"Uno stalliere che usa parole di 5 sillabe? E anche la frase non era costruita male per essere un villano… Certo, non ha usato parole greche o latine, chessò, 'a catuli defendendi'… più o meno… E poi non è nemmeno tanto più vecchio di me. Qui al castello non c'è mai verso di trovare qualcuno al di sotto dei 60 anni con cui parlare un po' senza sentir storpiare la nostra bella lingua!".
Così dicendo si era intanto allontanata dalla stalla cavalcando lentamente, senza aver nemmeno salutato il povero Thönet. Questi era caduto a sedere su una balla di fieno e per sorreggersi si era appoggiato a uno steccato e stava accarezzando con dolcezza una sella, lo sguardo perso verso una stella che già faceva capolino nel cielo sullo sfondo fuori della stalla.
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