Entrata nella sala fu accolta dal padre che la prese lesto sotto braccio con fare gioviale e sotto lo sguardo attento e complice della madre, la portò sul balcone conversando sull'ottima stagione e sui colori del tramonto in primavera:
«Vedi cara - proseguì poi - tutta la natura in questo periodo sembra gridare il suo rinnovato vigore…».
In sottofondo sì sentì un lontano "Kemallllllll… sììì ancoraaaa…".
«…e l'aria stessa ha un odore diverso, nuovo, direi allegro se non fosse improprio per definire un odore…».
E intanto: "Oooooooohhhh… che bellooooooooo… cosìììììì…".
«…tutto sembra parlare di amore - proseguì un po' imbarazzato - e anche gli animali del bosco sì… ehmmm… sposano per poi avere dei cuccioli…».
"…no, lì no! Kemal! NO! HO DETTO DI… sììì… oooohhhh… che màl… sììì… continuaaaa…".
«E quindi con tua madre avremmo pensato che alla tua età forse potresti pensare di prendere in considerazione uno dei tanti cavalieri che vengono al nostro castello a chiedere la tua mano!»
"…oooooooooooohhhhhhhhhhh…"
Violet, distratta dai gemiti di sottofondo che ormai faceva fatica a ricollegare a una lezione di qualsiasi tipo di disciplina, aveva sentito solo qualche parola fra le tante balbettate a fatica dal padre e non riusciva a comprendere bene cosa c'entrassero i colori dei cuccioli a primavera con le mani dei cavalieri.
Di conseguenza, quando il genitore cercò di avere una qualche risposta alla domanda, fatta peraltro senza uno straccio di punto interrogativo, non trovò di meglio che dire un «Beh, sì, certamente…», che lei riteneva del tutto innocuo.
La gioia del padre e l'enfasi con cui annunciò gridando mentre rientrava nel salone «Ha accettato!!!», non l'aiutarono comunque a capire. Non sentendo più nessun suono dal basso, decise quindi di indagare a cosa avesse dato la sua approvazione.
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