Un pomeriggio, una delle sue cameriere personali, raccontò di aver sognato di essere su un cavallo nero con una lunga veste blu con strane decorazioni, forse delle scritte magiche. Galoppando veloce in un bosco si era ad un tratto trovata davanti una vecchia. Questa le aveva detto che il vestito era destinato a Violet che avrebbe dovuto prenderlo da una cassapanca e indossarlo dopo aver bevuto un infuso fatto con le erbe che lo ricoprivano. Detto ciò la donna era scomparsa e al suo posto era apparso uno strano fiore con i petali neri con delle venature turchesi che sembravano palpitare. Lo stelo, di almeno un metro di altezza, era legnoso e cosparso di spine, con dei filamenti che lo avvolgevano fino alla corolla. Le foglie, come i petali, avevano un aspetto morbido, quasi carnoso nella loro consistenza. Il profumo che emanava era ambiguo ed inquietante, piacevole come base ma con degli strani picchi di acidità che irritavano le narici. L'ultimo ricordo della cameriera era una fuga precipitosa a cavallo mentre alle sue spalle il fiore sembrava quasi singhiozzare…
Al risveglio la giovane si accorse di essere caduta dal paglieriggio e di aver strappato il lenzuolo. Il sudore le incollava la veste al corpo e la candela accanto al letto, rovesciatasi, le aveva disegnato con la cera ancora calda un fiore molto simile a quello del sogno su un seno. Nel camino le braci scoppiettavano senza fiamma e la sua gatta era indietreggiata con fare circospetto fino alla porta.
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