lunedì 13 aprile 2009

…con una lunga veste blu, su un nero destriero, al trotto veloce in un bosco… 42

Karajan - Beethoven Symphony No. 6 In F Major 'Pastoral'
http://www.youtube.com/watch?v=HZGb-Kjy0S0


Le tribune rimasero ancora per qualche istante in silenzio, poi all'unisono scaturirono in un grido di gioia.
Copricapi e fazzoletti volarono in alto, il Conte, mastro Berlucco e lord Doppeldrim scesero rapidamente per andare a soccorrere Thönet. Kemal approfittò per provare la figura del "falco che ghermisce la giovenca al pascolo" con la cuoca. Ser Sbadiglio si riscosse dal suo naturale torpore e chiese che cosa fosse successo e il perché di tanta agitazione.

Il cadavere di Lotario fu rimosso, ma Thönet rimase immobile. Mastro Berlucco, con movimenti delicati, gli tolse l'elmo. Gli occhi del giovane erano chiusi e non dava segni di vita. Gli fu tolta anche parte dell'armatura per controllare la ferita. Il danno non era grave, non erano stati lesi organi vitali, ma il sangue perso durante il combattimento lo aveva indebolito oltre modo. Tamponata la lacerazione, fu sollevato da tre servi e portato in una delle camere del castello. Il Conte dispose che fosse curato e accudito come un figlio e consentì a Berlucco di rimanere al suo capezzale.

Nel frattempo i cavalieri che erano accorsi con il loro seguito al torneo, cominciarono a smontare gli accampamenti per fare ritorno ai loro possedimenti. Alcuni di loro sarebbero tornati nelle settimane seguenti per i festeggiamenti e il matrimonio.

Kemal ricucì la ferita e spalmò unguenti sulle molte contusioni, preparò infusi e raccomandò riposo assoluto. Stava per lasciare la camera quando Thönet aprì gli occhi e con voce flebile disse. «Violet… amore…» e ripiombò in un sonno profondo.

Berlucco e Kemal si guardarono, ponendosi silenziosamente la stessa domanda: dov'era Violet? Erano passate diverse ore dalla fine del duello, tante cose erano successe e la vita al castello era ripresa come sempre dopo che il tempo si era come cristallizzato mentre i due sfidanti combattevano. Ma Violet?

Tornando indietro col pensiero ambedue si resero conto che non era accorsa dove giaceva il suo amato, eppure nessuno ormai al castello dubitava più che i sentimenti dell'ex stalliere non fossero ricambiati. E nemmeno era mai entrata nella camera o si era affacciata per avere notizie.

Kemal, che l'aveva vista nascere, insospettito decise di indagare. Lasciò la stanza e come prima cosa andò nelle cucine, dove notoriamente venivano registrati tutti i pettegolezzi, veri o presunti, sugli abitanti del castello. Qui si intrattenne un paio d'ore con la cuoca, arrivando perfino a provare la posizione del "cinghiale e la gru, fra giunchi e bambù, nel tramonto a Corfù", che solo il venerabile Ciula Chi riuscì a portare a termine nel VII secolo.

Dopo mezza giornata di ricerche dalle cantine alle torri più alte la realtà fu sotto gli occhi di tutti: Violet era nuovamente scomparsa.

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