martedì 21 aprile 2009

…con una lunga veste blu, su un nero destriero, al trotto veloce in un bosco… 50

Pink Floyd - Set the Controls for the Heart of the Sun (cominciare la lettura circa mezzo minuto in ritardo)
http://www.youtube.com/watch?v=v5_0iZQ-TuA&feature=related

Necario ordinò di togliere il campo poco prima dell'alba. La notte era trascorsa senza incidenti e il capitano cominciava a sperare di poter riparare nel castello del duca Ruperto prima di essere avvistato da probabili inseguitori.

All'uscita dal bosco trovarono un tratto pianeggiante scoperto che poterono percorrere velocemente fino ai piedi delle montagne, dove cominciava il sentiero in leggera salita che spariva in una stretta gola dove la luce del sole pareva assorbita dalle nere rocce.

L'inquietudine fra gli uomini era palpabile e la stessa Violet aveva perso l'espressione di superiorità che aveva tenuto per tutto il viaggio. Anche a lei, quando era piccola, erano state raccontate le storie che riguardavano le gole di Enkgulf e di chi o che cosa le abitasse. In effetti nemmeno Kemal aveva mai sentito di viaggiatori che fossero giunti al castello passando per quella strada.

Il sentiero si snodava fra alte pareti di roccia e se nel primo tratto lasciava passare tranquillamente due cavalli affiancati, nei punti più stretti era necessario scendere e proseguire a piedi tirandoseli dietro. Dai fianchi della montagna sporgevano spesso degli speroni di pietre affilate, quasi degli artigli pronti a lacerare se non le carni di chi vi si addentrava, quantomeno le vesti dei meno accorti.

L'aria era sempre più pesante man mano che si saliva, l'umidità rendeva difficile la respirazione eppure non vi era praticamente traccia di vegetazione. Solo alcuni alberi contorti, anneriti da incendi scoppiati in epoche antiche, si protendevano coi loro rami dalla sommità delle pareti, creando delle figure grottesche con le diafane ombre proiettate dalla scarsa luce che arrivava sul fondo della gola.

Attraverso lunghe crepe e anfratti il vento fischiava trasformandosi talvolta in un lugubre lamento simile al rantolare di una bestia ferita.

L'idea di attraversarle e quasi sicuramente di doverci trascorrere la notte, si capiva chiaramente che non era nelle ambizioni di nessuno. L'unico che sembrava non subire le fantasie dei racconti sembrava essere Necario, probabilmente perché non era nato da quelle parti ma in una contea molto più a sud.

«Invece di rischiare di azzoppare i cavalli potremmo aggirare le montagne, in fin dei conti abbiamo ancora un notevole vantaggio…» provò a dire una delle guardie.

«Sì, in effetti andremmo molto più veloci e…» cercò di proseguire un altro.

«Il percorso non è in discussione - intimò Necario - tagliare di qua ci farà risparmiare tre giorni e sarà sufficiente fare attenzione a dove passeremo per non avere problemi di sorta.».

«Non rischieremo di perderci là dentro…? Siete sicuro che vi sia solo un sentiero e che poi non si disperda in un labirinto…?» disse Violet cercando di dissimulare la paura.

«Non esiste una strada che io non riesca a seguire fino dove voglio arrivare.» ribatté il capitano e così dicendo strattonò le briglie del cavallo della contessina e s'infilò nella gola.

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