The Tell-Tale Heart - Alan Parsons Project
http://www.youtube.com/watch?v=O5NN8fK1tXo
L'urlo, perché di un urlo si trattava veramente, l'aveva sentito anche Thönet, poco prima di giungere alla radura. D'un tratto, senza che si rendesse conto di cosa gli stesse succedendo si sentì ghermire e trascinare in una fenditura della roccia.
Cominciò a rotolare sul pietrisco lottando disperatamente contro artigli che lo colpivano da ogni parte mentre alte strida gli laceravano le orecchie. Nel buio assoluto cercava di afferrare i nemici invisibili nella speranza di rallentare la caduta e di impedirgli di continuare a ferirlo. La galleria doveva essere molto larga, perché non aveva battuto nelle pareti laterali o nella volta.
Toccò qualcosa di molle, lo strinse e un brandello gli restò fra le mani. Per sua fortuna le tenebre gli impedirono di vedere cosa fosse. Il suo gesto provocò un nuovo stridio, più lancinante e acuto e l'intensificarsi dei colpi su tutto il suo corpo. La testa gli sbatté contro una pietra, quasi perse i sensi e per qualche minuto subì passivamente quanto gli succedeva, finché, con un ultimo sobbalzo finì la drammatica corsa verso il basso con il viso semi sommerso in acqua e fango.
Cercò più volte di risollevarsi sulle braccia ma fu risospinto violentemente giù. Fu così che, allo stremo delle forze si limitò a rotolarsi su un fianco per poter respirare senza rischiare di affogare nella melma. Ansimando tese i sensi per cercare di prevenire eventuali nuovi colpi, ma quasi subito ebbe la sensazione di essere solo in una grotta molto vasta.
In un angolo della mente cercò di ricostruire che cosa era successo, ricordava che era qualche metro avanti rispetto agli amici, il buio e la nebbia sempre più fitti, come delle ombre che saltavano attraverso la stretta gola, esseri che forse non avevano mai avuto un corpo di carne e che vagavano in quel territorio malsano. Energie malate che risucchiavano tutto ciò che trovavano di vivo sul loro percorso, forze residue di blasfeme entità primigenie.
Sembrava impossibile che tutto ciò accadesse a pochi giorni di cavallo dal castello del Conte, circa a metà strada da quello del duca. Solo ora si rendeva conto della fondatezza di tante voci e leggende su quelle montagne, forse, ahimè, troppo tardi.
In contrasto con quella percezione sentì delle voci lontane, forse nella sua testa.
"Il gran cavaliere cerca la sua bella… Guardatelo com'è ridotto… Tremo dalla paura da quanto è forte… Thöneeeeet… mio amato… dove seiiiii…? Figliolo, non puoi partire in quelle condizioni… Arrestatelo! Arrestatelo! Arrestatelo! Baciami ancora… la notte è lunga… Thönet, aiutoooooo… aiutooooo…".
Poi la testa cominciò a girargli, sentì come se fosse sospeso nell'aria e stesse girando su sé stesso. Annaspò con le braccia, battendole sul terreno, ma qualcosa nel cervello lo faceva sentire rovesciato e un attimo dopo le tempie cominciarono a pulsargli e dalla nuca partì la sensazione della spina dorsale strappata, le vertebre che scricchiolavano e la cassa toracica che si spaccava.
Dopo alcuni secondi più nulla. Silenzio. Dentro e fuori.
Di nuovo, sentì come se i denti si sgretolassero, tendini e muscoli tirare e lacerarsi, le braccia strappate dal corpo, le gambe maciullate da una morsa.
Quindi perse i sensi.
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