Il mattino successivo, poco prima dell'alba Leopoldo svegliò bruscamente Clarette, tenendogli una mano sulla bocca, quindi le disse a bassa voce: «Rimanete qua tranquilla, ho sentito dei rumori d'intorno, forse cavalli in avvicinamento. Vado in perlustrazione, voi farete da esca.».
Prima che Milady potesse rispondere, il Custode era già scomparso, ombra nell'ombra nel sottobosco. Facendo crollare l'improvvisato rifugio per la notte Clarette balzò fuori urlando: «Io un'esca! Dove sei andato, maledetto! Torna qua a ripeterlo se hai il coraggio! Io me ne vado! sì, me ne vado, torno al mio castello, altro che! Ma si è mai vista una cosa del genere? Ho il vestito distrutto! Sono giorni che non mi posso fare un bagno e una manicure! E questo bellimbusto mi pianta da sola ogni momento! Ma io ti faccio espellere dalla tua confraternita, brutto caprone, Custode della Manola che non sei altro! Che Onan ti faccia crescere i calli alle mani! Vieni fuori immediatamenteeeeee!!!».
«Milady, che ci fai qui da sola nel bosco? Stai bene? Ti hanno fatto del male?».
«Thön! Berlucco!» urlò Clarette, lanciandosi fra le braccia del vecchio amico.
«Osserva e Preserva. In guardia Lor Signori.» Leopoldo era spuntato dal nulla, i due lunghi coltelli nelle mani e si era piazzato in mezzo alla radura nella posizione della "Poiana che vola sul lago".
«Fermo, zuccone decerebrato! questi sono miei amici! Non ti pare di aver combinato già abbastanza guai? Rimetti subito a posto quegli spiedi o ti faccio vedere io!».
Seppure perplesso il Custode eseguì l'ordine, permettendo così a Milady di fare le dovute presentazioni in un clima più rilassato.
«Avete un'idea di che distacco abbiano, cavaliere?» chiese quindi Thönet.
«Se non hanno forzato troppo l'andatura dovrebbero addentrarsi verso mezzogiorno nella gola che conduce alla valle fra le montagne.»
«E avevate in mente già un piano per liberare la contessina Violet?».
«Osservo e Preservo. Una volta arrivato loro addosso avrei controllato la situazione e avrei quindi deciso il da farsi».
«Bene, vedo che i nostri piani coincidono, direi che possiamo muoverci subito.».
«Subito?» Chiese sbigottita Milady staccandosi leggermente dal corpo di Thönet al quale era rimasta avvinghiata. «Ma nessuno mi chiede mai il parere qui? Vi pare che possa montare a cavallo in queste condizioni?».
«Io vado, mi raggiungerete poi.» disse impassibile il rastaliano. Dopo di che salì a cavallo e scomparve rapidamente nel bosco.
«Ehmmmm, Clarette - disse Thönet cercando di staccarsela di dosso - di quanto tempo hai bisogno per prepararti…?».
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