sabato 25 aprile 2009

…con una lunga veste blu, su un nero destriero, al trotto veloce in un bosco… 54

Necario stava uscendo dal lato destro della gola con due uomini in meno. Il primo era scomparso misteriosamente nel tratto più stretto e difficile in un momento in cui la nebbia era diventata particolarmente fitta. Avevano sentito un lungo sibilo e dei fruscii, poi più nulla. Solo il mantello strappato era rimasto a testimoniare la sua sparizione.
La perdita del secondo era stata decisamente più drammatica. Si erano appena inoltrati nel ramo sinistro del sentiero quando erano stati aggrediti da strani esseri dai corpi semi trasparenti, come se fossero delle ombre malsane. Attraverso di loro il terreno assumeva colori ancora più disgustosi e le lunghe braccia terminavano in artigli affilati in grado di creare solchi anche nelle pareti rocciose.

Dopo un primo momento di sbandamento, Necario prese le briglie del destriero di Violet e fattolo girare insieme al suo l'aveva spronato verso l'uscita, imboccando subito dopo l'altra strada. Dopo una rapida e convulsa lotta altri quattro dei suoi uomini riuscirono a seguirlo, uno dei quali con una brutta ferita al braccio sinistro. Dell'ultimo si sentirono solo le grida inumane accompagnate da orrendi scricchiolii e colpi sordi.

Per loro fortuna il percorso era agevole e poterono continuare quasi al galoppo anche dopo il calare delle tenebre. Si fermarono a circa un miglio dall'uscita, quando ritrovarono erba e vegetazione che li rassicurarono sulla fine di quella sensazione di morte che li aveva attanagliati per tutta la traversata delle montagne.

Si trovavano adesso nella valle interna e accesi quattro grossi fuochi poterono rinfrescarsi nel piccolo fiume che la percorreva e consumare un frugale pasto. Il capitano cercò di rinfrancare i suoi uomini, assicurandoli che un giorno e mezzo circa sarebbero arrivati al castello del duca e che l'uscita dalla valle non avrebbe presentato nessun problema, essendo l'accesso molto più agevole e privo di rischi. Poi dispose i turni di guardia e salutata Violet si mise a dormire.

Anche la giovane si era sdraiata, ma faticò a prendere sonno. Da quando erano entrati nella gola non aveva praticamente aperto bocca e adesso cupi pensieri l'assalivano. Era certa che Thönet li stesse seguendo e che quindi avrebbe dovuto attraversare anche lui le montagne. Era partito da solo? O si era fatto accompagnare da una scorta armata? Per quanto, sotto il profilo del combattimento, gli uomini di Necario probabilmente non erano secondi a nessuno al castello, in special modo quella che era la sua scorta personale e che era partita insieme a loro. Uno era scomparso, uno era sicuramente morto e un terzo stava rischiando di fare la stessa fine, avendo perso molto sangue dal braccio, quasi staccato dagli artigli di quegli esseri. Come avrebbe fatto il suo amore? Era sì un cavaliere e aveva anche sconfitto l'Infamia delle 15 nazioni, ma cosa avrebbe potuto contro quelle ombre malefiche?

Piano piano la stanchezza dovuta agli accadimenti della giornata prese il sopravvento e Violet si addormentò baciando la coperta che l'avvolgeva sognando il momento in cui l'avrebbe riabbracciato.

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